OGGETTO: Scabbia a scuola.
Con la presente informiamo che nella scuola secondaria di primo grado “Raffaello Motto” si è verificato un caso di scabbia.
La Scabbia è una malattia parassitaria della cute causata da un acaro. Inizia con una eruzione papulare (piccole macchie rosse) ed un intenso prurito, soprattutto notturno. L’acaro scava dei cunicoli nella cute e vi depone le uova dalle quali in 2-3 giorni originano le larve.
Trasmissione:
Nei bambini di meno di due anni, l’eruzione è spesso vescicolare con frequente localizzazione alla testa, collo, palmo delle mani e pianta dei piedi.
Nei bambini più grandi e negli adulti vengono colpite in modo particolare le pieghe interdigitali (tra dito e dito), la zona dei polsi, i gomiti, le pieghe ascellari.
Per contatto diretto cute-cute; meno frequente è la trasmissione indiretta attraverso la biancheria e gli effetti personali, in particolare se sono stati contaminati da poco da una persona infettata.
L’acaro, se non è a contatto con la cute, non vive più di 3-4 giorni.
Incubazione:
Nei soggetti senza una precedente esposizione è di solito 4-6 settimane; nei casi di pregresse esposizioni i sintomi insorgono 1-4 giorni dopo la riesposizione all’acaro.
Contagiosità:
Il malato è contagioso fino alla distruzione degli acari e delle uova ottenuta con uno o due cicli di trattamento, distanziati di una settimana.
Rischio di diffusione nella scuola:
Molto basso
Nei confronti del malato: allontanamento dalla frequenza scolastica fino al giorno successivo a quello di inizio del trattamento specifico.
Nei confronti dei contatti e della collettività: ricerca di altri casi di infestazione. Trattare a scopo preventivo i familiari e i contatti stretti, sintomatici e non.
Interventi di bonifica dell’ambiente ove vive il soggetto. Lenzuola e vestiario vanno lavati a temperatura superiore a 60°C; i capi non lavabili a temperature elevate vanno tenuti da parte o chiusi in sacchetti di nylon almeno una settimana per evitare reinfestazioni.
Tratto da: La prevenzione va a scuola [malattie infettive nelle comunità scolastiche infantili.
Si invitano, pertanto, i genitori a consultare il proprio pediatra, che dovrà rilasciare apposito certificato attestante la non presenza del parassita o viceversa l’attestazione che il bambino è stato sottoposto a profilassi e che può rientrare a scuola.
Si ringrazia per la collaborazione.
da Michele Notarangelo
Docente